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FATO

€ 390,00
Disponibile
Descrizione
Questa lampada, con i suoi schermi metallici geometrici,le sue campiture di luce ed ombra, di vuoti e pieni, racchiusi in una cornicequadrata, si presenta come un oggetto luminoso dalla duplice funzione:lampada e insieme vetrina. Una scultura luminosa con una forte connotazione stilistica tipica degli anni 60. Struttura in lamiera piegata, saldata e smaltata bianca.

Lampada in pronta consegna:
Lampada da tavolo/parete Fato in acciaio verniciato col.bianco Lampadina esclusa.
Dettagli
  • Codice Prodotto: 7FATO
  • Colore: Struttura in acciaio verniciato bianco
  • Materiali: Struttura in acciaio verniciato
Taglie e misure
  • Lunghezza: 35 cm
    Profondità: 10 cm
    Altezza: 35 cm
Brand
  • Artemide

    Fondata nel 1960, è uno dei brand di illuminazione tra i più conosciuti al mondo. Nota per la sua filosofia "The Human and Responsible Light".Artemide è oggi sinonimo di design, competenza nel progetto della luce e innovazione con prodotti che sono espressione di ricerca e grande qualità di manufacturing.

    Numerosi sono i brevetti di invenzione riconosciuti nel corso degli anni per le innovazioni tecnologiche, meccaniche ed optoelettroniche sviluppate (10 depositati solo nel 2016). Artemide ha contribuito alla storia del design internazionale con prodotti come Eclisse (1967, di Vico Magistretti), Tolomeo (1989, di Michele De Lucchi e Giancarlo Fassina) Pipe (2004, di Herzog & De Meuron) e la collezione IN-EI (2014, di Issey Miyake), tutte insignite del Premio Compasso d’Oro.Nel 1994 Artemide ha ricevuto il Premio Compasso d’Oro alla carriera, il prestigioso European Design Prize nel 1997 e nel 2013 il "Premio Leonardo Qualità Italia 2012".

    Le lampade di Artemide sono considerate a livello internazionale delle icone del design contemporaneo: sono esposte nei maggiori musei di arte moderna e collezioni di design del mondo. Artemide collabora da sempre con i più famosi designer internazionali e promuove attivamente workshops con scuole di design al fine di scoprire i migliori talenti tra le giovani leve. Nel suo percorso di innovazione ha inoltre stretto collaborazioni di ricerca con prestigiose Università italiane ed internazionali.

Designer
Gio Ponti 1969
Giovanni Ponti, detto Gio, nasce a Milano il 18 novembre 1891.
Dopo il liceo classico, nel 1913, si iscrive alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, ma potrà laurearsi solo nel 1921, alla fine della prima guerra mondiale.
Dal 1923 fino al 1938 collabora con la manifattura ceramica Richard-Ginori, mentre nel 1927 apre il suo primo studio a Milano con l'architetto Emilio Lancia (1927-1933).
La "conformazione classica", come egli stesso diceva, la passione per la pittura e per le arti decorative costituiscono la matrice da cui si sviluppa il primo linguaggio pontiano. Centrale è un inedito approccio al tema dell'abitazione. Di questi anni la villa Bouilhet a Garches presso Parigi, in cui architettura, interni e decorazione si fondono.
Nel 1928 fonda, con Gianni Mazzocchi, la rivista "Domus'', che rappresenterà il suo strumento di elaborazione e diffusione delle nuove idee progettuali, in architettura, nel disegno di arredo e nelle arti decorative. Alle grandi opere architettoniche realizzate con Antonio Fornaroli ed Eugenio Soncini si affianca una vasta e proficua produzione nel campo dell'arredo, in cui si fondono funzionalità ed eleganza formale.
Negli Anni Quaranta si verifica un progressivo allontanamento di Ponti dalla committenza pubblica ufficiale e un rinnovato interesse per le arti decorative (collaborazioni con Venini e De Poli), per la pittura e per la scenografia teatrale. Nell'immediato dopoguerra assistiamo da un lato a un forte coinvolgimento, teorico e pratico, sul tema della ricostruzione, dall'altro a un netto rinnovamento formale: il volume lascia il posto alla superficie, alla ricerca di luminosità e fluidità spaziale.
Nel 1954 Ponti inventa il premio Compasso d'Oro e, due anni dopo, progetta il capolavoro da tutti riconosciuto: il Grattacielo Pirelli a Milano.
Muore a Milano, nella casa di via Dezza, il 16 settembre 1979.